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Il fondo dei sette morti
Il fondo dei sette morti

Il fondo dei sette morti

Il fondo dei Sette Morti, una vasta area della laguna che si trova di fronte a Pellestrina, trae il suo truce appellativo dalla storia di sette pescatori, induriti dalle asperità della vita, che un giorno tirarono a bordo della loro imbarcazione il cadavere di un annegato.

Porta sfortuna ributtare un corpo in mare, così gli uomini lo sedettero con la schiena appoggiata all’albero del loro bragozzo.

Subito il cielo si rannuvolò, e solo la loro bravura di marinai impedì alla barca di affondare.

I sette trovarono rifugio in un cason nel quale stava da alcuni giorni Zanetto, un orfano abbandonato da tutti, in compagnia del suo cane.
Entrati nel ricovero lagunare, i sette accesero un fuoco e si misero a mangiare, senza curarsi del bambino, che non poteva esser loro d’aiuto
in alcuna maniera.
Ma quando il bimbo chiese loro di poter avere del cibo, uno degli uomini gli rispose che avrebbe dovuto guadagnarselo:

“Mangerai, gli disse una volta che avrai chiamato il nostro compagno che sta dormendo in barca”.

Zanetto si fiondò fuori del cason con la speranza di poter mettere sotto i denti qualcosa, tra le risate dei sette, ai quali non sembrava vero aver trovato quel divertimento inaspettato.

Perché l’uomo sulla barca ovviamente non si svegliava e il ragazzino corse più volte tra la casa e la barca, disperato.

I pescatori erano stati chiari: solo se avesse fatto entrare nel cason il loro amico avrebbe avuto del cibo.
Tra le lacrime, Zanetto scuote una volta di più il cadavere, implorandolo di svegliarsi, perché lui sta morendo dalla fame.

Ed ecco che il morto apre gli occhi, sorride al bambino rassicurandolo, e gli chiede di fargli strada.

Il piccolo corre verso il cason, fa il suo ingresso e annuncia l’arrivo del nuovo commensale.

I pescatori scoppiano in un nuovo eccesso di risate, ma quando vedono comparire il morto, il riso gli si strozza in gola;
capiscono che è la resa dei conti, qualcuno di loro cade in ginocchio implorando pietà:

“Non può esservi pietà al mondo per chi non prova compassione per i più deboli e si fa gioco dei più indifesi dice loro il morto”.

“Voi rappresentate i peccati del mondo: sia salvo il bimbo, che è l’innocenza; sia salvo il cane, che è la fedeltà”.

E puntando l’indice scarno verso ognuno dei pescatori paralizzati dal terrore, nomina uno a uno i peccati capitali: in un attimo, attorno al tavolo, rimangono solo sette corpi senza vita.

Sette morti, vittime della loro stessa durezza di cuore.

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